I certificati energetici non ci sono, è necessaria una proroga. Il 1° gennaio di quest’anno è entrato in vigore un altro obbligo: quello dell’A.C.E. (Attestato di certificazione energetica). In conseguenza di ciò, chi intende vendere o affittare casa deve indicare nella pubblicità la classe energetica e l’IPE, l’indice di prestazione energetica. Questo onere di indicazione dei due nuovi elementi energetici è posto a carico delle agenzie immobiliari, ma anche alle imprese di costruzione, le società immobiliari e gli stessi proprietari.
Ora tutte le agenzie immobiliari d’Italia e i portali immobiliari si sono messi al riparo chiedendo ai proprietari ed alle agenzie le informazioni volute dalla legge e in caso di impossibilità a reperire il dato preciso, indicando negli annunci la classe energetica più bassa (la G). Questo obbligo si affianca ad altri molto significativi come: l’antiriciclaggio e la corresponsabilità nella registrazione delle scritture private.
E’ un’attività aggiuntiva in capo agli intermediari che oltre a dover seguire le trattative commerciali devono anche informare e convincere i proprietari e le parti di queste incombenze. E solo per il fatto che sono atti onerosi generano una situazione “quasi conflittuale” tra chi vuole fare il proprio lavoro correttamente e chi invece non ne può più di pagare imposte, tasse, prestazioni tecniche per adeguamenti e quant’altro.
Gli attestati energetici non ci sono! I proprietari non si sono adoperati per tempo ed ora ci troviamo un patrimonio immobiliare da vendere, ma che non lo si può pubblicizzare in quanto mancante dei dati energetici richiesti. Solo in Lombardia, dove è prevista una sanzione fino a 5 mila euro gli ACE sono più presenti. Ma nel resto d’Italia solo un 3% degli immobili è codificato dal punto di vista energetico.
E allora che fare?
Se un Vigile urbano vede un cartello “vendesi” in una vetrina senza l’indicazione della classe energetica che fa? E magari se la classe indicata non corrisponde alla effettiva codifica del bene come fa a controllarlo? In pratica nelle agenzie immobiliari o presso le imprese di costruzione devono esserci gli ACE corrispondenti? E’ una situazione difficile la cui gestione merita attenzione e tempo.
Ecco quindi l’appello al Presidente Monti, alle Regioni ed ai Comuni d’Italia perché si giunga ad una proroga dell’adeguamento, magari di 180 giorni, per permettere ai tecnici incaricati di redigere gli ACE e alle agenzie immobiliari di adeguare programmi e informazioni per la pubblicazione corretta degli annunci.
di Paolo Bellini, presidente nazionale Anama
Fonte: monitorimmobiliare.it
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