EDILIZIA: URGENTE UNA RIFORMA PER LA RIPRESA

Ance: subito la riforma fiscale per far partire nuovamente il settore, l’Associazione propone di accorpare le detrazioni 55% e 36% e di estendere la cedolare secca alle imprese. La riforma fiscale dovrebbe essere improntata su tre obiettivi strategici per il settore delle costruzioni: introduzione del principio di neutralità fiscale nelle fasi intermedie dell’attività edile, messa a regime delle detrazioni 36% e 55% e revisione delle misure introdotte dal fisco federale.

Queste le proposte avanzate da Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) in un’audizione davanti alla Commissione Finanze del Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema tributario nella prospettiva di una riforma.

L’Associazione, rappresentata dal suo presidente Paolo Buzzetti e dal vicepresidente del settore economico-fiscale-tributario, Giuliano Campana, ha ricordato ai senatori che se non verranno introdotte misure in grado di generare effetti immediati sulla produzione, la forte crisi che ha colpito il settore delle costruzioni continuerà almeno fino a tutto il 2012. Tutti i comparti produttivi del settore sono nella morsa della crisi: dall’edilizia privata (con una perdita dei volumi di investimento, pari al 38,9% nel comparto delle nuove abitazioni ed al 22,2% in quello dell’edilizia non residenziale) ai lavori pubblici, dove la flessione si attesta nel quinquennio al 33,9%, ma che arriva al 39,5% se si considera un orizzonte temporale più esteso (2004-2012).

Gli sgravi fiscali non bastano

L’Ance giudica positivamente la ventilata ipotesi di defiscalizzare le imprese che investono il proprio capitale nella realizzazione di infrastrutture (sgravi IRES e IRAP per i soggetti che partecipano al capitale per la realizzazione di opere pubbliche), ma osserva che tale misura non è sufficiente ad attrarre capitali privati nel settore se non accompagnata anche da un contributo pubblico da finanziare, eventualmente, o con i fondi già stanziati dal Tesoro o con il gettito dell’IVA generato dalla realizzazione dell’opera. Inoltre, tale strumento dovrebbe essere utilizzato per la realizzazione di tutte le opere d’interesse collettivo e non solo di “selezionate” infrastrutture strategiche.

Come finanziare la riforma fiscale

Più in generale, l’Associazione ha sottolineato la necessità che vengano adottate riforme strutturali e, tra queste, la riforma tributaria, volta a razionalizzare il prelievo riducendo complessivamente l’incidenza fiscale sul reddito d’impresa e su quello di lavoro dipendente. I costruttori edili sono fermamente contrari a qualsiasi ipotesi di aumento indiscriminato delle aliquote IVA ridotte (4% e 10%) e al taglio lineare delle agevolazioni fiscali, specie se riferite alla casa. Per finanziare la riforma fiscale, l’Ance propone piuttosto di incidere sulle aliquote dell’Imposta di Registro, equiparando così il prelievo fiscale sulle operazioni immobiliari, e di utilizzare il maggior gettito derivante dalla lotta all’evasione fiscale (+24,5 miliardi nel 2010).

Neutralità fiscale nella fasi intermedie

Il presidente Buzzetti auspica che nell’ambito della riforma fiscale siano accolte le proposte dell’Ance. Anzitutto, occorre introdurre il principio di “neutralità fiscale” nella fasi intermedie dell’attività edile, attraverso la riduzione dell’incidenza fiscale nella fase di produzione e in presenza di invenduto.

Accorpamento delle detrazioni 55% e 36%

Inoltre, le detrazioni fiscali del 55% (riqualificazioni energetiche degli edifici) e del 36% (ristrutturazioni edilizie) andrebbero accorpate in un’unica detrazione ad esclusivo beneficio dei privati e mantenendo il recupero decennale.

Estensione della cedolare secca alle imprese

La cedolare secca sugli affitti è una misura che andrebbe rafforzata per potenziarne gli effetti positivi. Ance propone di estenderla ai fabbricati concessi in locazione dalle imprese.

Revisione delle misure introdotte con il fisco federale

Occorre inoltre rivedere le misure introdotte dal decreto sul “federalismo fiscale comunale”, in modo da eliminare le distorsioni e le sperequazioni che colpiranno gli immobili delle imprese. “La riforma tributaria – sottolinea l’Ance – è la sede più opportuna per riconoscere la ‘specificità fiscale’ del settore delle costruzioni. Non si tratta di introdurre agevolazioni tributarie ma di eliminare le distorsioni provocate dal complesso e stratificato sistema fiscale che, già oggi, deprime l’attività produttiva immobiliare e che, dal 2013, verrà ancor più esasperato dall’anticipata entrata in vigore del ‘federalismo fiscale comunale’”.

Sì condizionato alla patrimoniale

L’Associazione dei costruttori è disponibile anche a valutare la possibilità di introdurre una patrimoniale sui grandi patrimoni mobiliari e immobiliari, ma alla condizione che tale misura sia accompagnata da una riduzione del prelievo sulle imprese che investono e creano posti di lavoro.

Fonte: casaeclima.com

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