Attesa per il 2012, potrebbe ritardare di 12-18 mesi per la crisi dei mercati finanziari e i timori di una patrimoniale. La crisi della Borsa e di tutti i titoli mobiliari, intervenuta questa estate, con la conseguente enorme perdita di ricchezza finanziaria, l’ipotesi della patrimoniale, e le fantasiose proposte di tassazione avanzate da tutte le parti politiche, ivi comprese quelle di area governativa, temiamo possano pesantemente condizionare la possibilità di ripresa del mercato immobiliare che, attesa per il 2012, potrebbe slittare di 12-18 mesi”.
A lanciare l’allarme è il presidente di Assoedilizia e di Federlombarda Edilizia, Achille Colombo Clerici, intervenendo a Cernobbio alla tradizionale “tre giorni” dello Studio Ambrosetti sull’economia.
I fattori che frenano la ripresa
“Ci troviamo di fronte – ha detto Colombo Clerici – a due elementi nuovi, il primo oggettivo, il secondo psicologico. L’elemento oggettivo è la perdita di ricchezza finanziaria subita dai risparmiatori con la crisi della Borsa e dei mercati finanziari in generale; crisi che ha sottratto risorse economiche per altri tipi di investimento, in primis quello immobiliare.
L’elemento psicologico è costituito dal martellamento, per oltre un mese, di una ridda di notizie su possibili tassazioni dei redditi e dei patrimoni dei risparmiatori, nonché di una possibile imposta patrimoniale che, seppure oggetto di smentite, sembra comunque incombere: chi ha liquidità cerca di mantenerla e di salvarla ed è certamente dissuaso dall’investirla nel campo immobiliare che appare essere quello maggiormente nel mirino delle nuove tasse”.
Si interrompe la timida ripresa
Secondo le stime fornite dal Cescat (Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia), in Italia le compravendite si attesteranno quest’anno a 575.000-590.000 unità, interrompendo un trend di ripresa (lieve) del mercato che nel 2009 aveva fatto registrare 614.000 compravendite e nel 2010 617.000.
I dati 2011 equivalgono a quelli del 1998 – anno della ripresa dopo gli anni della recessione 1992-96 – azzerando così il boom degli anni 2000-2006 (picco di 869.000 compravendite). Anche il fatturato ne risentirà: secondo i dati di Assoedilizia, si arriverà solo 96-99 mld di euro rispetto ai 101 mld del 2009 e ai 104 mld del 2010. In Italia, il fatturato massimo si registrò nel 2006 e fu pari a 120 mld.
Le previsioni per la Lombardia
Per quanto riguarda la Lombardia, dal picco dei 39,6 miliardi del 2006, il fatturato si è ridotto a 22,7 mld nel 2010 (-42,5%). Secondo le previsioni del Cescat, alla fine del 2011 sarà di 21 mld, cioè il 47% in meno rispetto al top del 2006.
Colombo Clerici: a rischio l’equilibrio del mercato
Assoedilizia evidenzia come la contrazione dell’economia immobiliare e dell’indotto avrà conseguenze sull’economia generale del Paese. “Il settore immobiliare – sottolinea Colombo Clerici – è il volano dell’economia. Come tale risente con ritardo degli effetti della crisi economica e con ritardo, alla fine della crisi, ricomincerà una prudente ripresa.
Continuiamo ad esser convinti che in Italia non ci saranno nell’immediato rischi di crack nell’immobiliare: ma, anche se non esiste una bolla speculativa tale da aver creato artificiose crescite dei valori degli immobili, i fattori citati prima potrebbero d’altro lato portare all’esigenza di monetizzare l’investimento mediante alienazioni, dismissioni, esecuzioni forzate per insolvenza. Un conseguente aumento dell’offerta comporterebbe il rischio di una rottura dell’equilibrio di mercato, con effetti del tutto imprevedibili”.
Fonte: Casaeclima.com