IMMOBILIARE: 2011 IN CALO GLI INVESTIMENTI NEL MATTONE

Il mattone resta l’investimento preferito degli italiani, ma nel 2011 ha registrato un calo di preferenze. È quanto emerge da un’indagine realizzata da Acri-Ipsos e presentata in occasione della 87a Giornata Mondiale del Risparmio. L’indagine è stata effettuata, nella settimana a cavallo tra settembre e ottobre 2011, tramite interviste telefoniche con tecnologia Cati ed è stata arricchita di alcuni dei risultati delle indagini congiunturali prodotte dall’Istat e di altre indagini condotte da Ipsos nel corso del 2011. Sono state svolte oltre 1.000 interviste, presso un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta, stratificato in base ai seguenti criteri: area geografica e ampiezza del centro, sesso ed età.

Nel 2011 aumentano gli italiani che investono

Dalla ricerca emerge che nel 2011 è aumentata, in controtendenza rispetto al 2010, dal 21% al 24% la percentuale di italiani che preferiscono investire una piccola parte dei propri risparmi a discapito di chi li tiene a casa o sul conto corrente (scendono dal 68% al 64%).

In calo le preferenze per il mattone

Il “mattone” resta l’investimento “preferito”, ma la percentuale crolla di oltre dieci punti

percentuali in un solo anno (dal 54% al 43%), tornando sui livelli del 2001. Il decremento è più evidente nel Nord Est e nel Centro, dopo che nel 2010 c’era stato un calo significativo nel Nord Ovest, che oggi si mostra più stabile. Tra coloro che hanno effettivamente risparmiato nel 2011, e che quindi esprimono un giudizio molto prossimo alle effettive intenzioni, il crollo delle preferenze per gli immobiliari è ancora più evidente: dal 58% al 41%, a tutto vantaggio di investimenti considerati più sicuri (titoli di stato e obbligazioni). Gli strumenti finanziari più speculativi si mantengono in ultima posizione, con una percentuale sempre intorno al 5%.

Preferita la bassa rischiosità e la solidità dell’investimento

Gli italiani continuano a ritenere fondamentale la bassa rischiosità e la solidità dell’investimento, anche perché pensano che gli strumenti esterni (leggi, regolamenti, controlli) di tutela del risparmio siano a oggi poco efficaci (59%) e anche per il futuro le prospettive non appaiono rosee: oltre la metà del campione ritiene che nei prossimi 5 anni il consumatore sarà meno tutelato, con un incremento di 10 punti percentuali rispetto al 2010 (56% vs 46%).

Fonte: CasaeClima

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