MANOVRA: PERICOLOSI I PROVVEDIMENTI RETROATTIVI

Le tentazioni pericolose dei provvedimenti retroattivi: Abbiamo potuto constatare una linea di continuità (come per il provvedimento del governo Monti sui depositi scudati) con una metodologia tristemente conosciuta nel nostro Paese: misure, normalmente a carattere oneroso, che si applicano a date precedenti a quella della emanazione.

Il mercato immobiliare ha assistito con sconcerto al DL N° 70 del 13 maggio 2011, nel quale venivano applicate penalità di vario tipo (dall’obbligo di scioglimento di fondi a tassazioni elevate ai quotisti) a quei fondi che 12 mesi prima non aderivano a criteri enunciati con il suddetto decreto.

Viene spontaneo raffrontare questo stile di governance con quanto fatto dal parlamento europeo in materia di gestori degli alternative asset. In quel caso, la direttiva è stata approvata nella tarda primavera del 2011, in Italia entrerà in vigore alla fine del 2012 e avrà un congruo periodo per l’adeguamento dei soggetti coinvolti.

Diversi investitori tra cui possiamo citare Cordea Savills hanno comunicato che gli investitori europei dei loro fondi hanno chiesto di sospendere gli investimenti nel nostro Paese, siamo sicuri che tale decisione è motivata solo dallo stato di difficoltà della nostra economia?

Usualmente alcune categorie di investitori sono in cerca di repricing (drastiche diminuzioni dei valori di acquisto) in mercati giudicati affidabili.

E’ il caso di ciò che avvenne a Londra dopo il crac di Lehman Brothers, che ha visto una massiccia affluenza di acquisizioni da parte di fondi tedeschi, nord europei e americani.

Ci siamo chiesti perché in Italia non è accaduto?

Il punto di queste riflessioni non è il merito dei provvedimenti che di volta in volta vengono approvati, che può essere o meno condivisibile, ma la vessazione a cui vengono sottoposti soggetti che adempiono alle norme e leggi vigenti, ignari di divenire in futuro target di leggi retroattive.

Questo stile tutto italiano di interpretare la certezza del diritto ha creato e rafforza una radicale disaffezione anche da parte degli investitori che maggiormente apprezzano il nostro Paese. In questo quadro di riferimento ci accingiamo a promuovere una delle più imponenti dismissioni dei beni dello Stato italiano: quali sono le regole o le certezze che offriamo agli investitori?

Vale la pena fornire garanzie specifiche sull’assenza di retroattività nei confronti dei soggetti acquirenti?

di Antonio Mustacchi, Avalon RE

Fonte: monitorimmobiliare.it

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