IMMOBILIARE 2102 NUOVE SPESE: IMU BOLLETTE E CATASTO

Imu, bollette e Catasto: per il mattone un 2012 carico di spese Gli immobili più facili da tassare e quindi più tartassati di altre possibili fonti di gettito fiscale: difficile pensare ad una ratio diversa alla base del decreto salva-Italia varato in poche settimane dal Governo Monti. La novità più importante contenuta nella manovra è il ritorno della tassa sull’abitazione principale, sotto forma di Imu, scattata dal 1° gennaio 2012.

Le aliquote saranno stabilite da ciascun Comune che provvederà a decidere anche sulle eventuali agevolazioni. Sulla prima casa le amministrazione municipali potranno scegliere l’aliquota una forchetta tra 0,2 e 0,6%, da applicare su un valore catastale maggiorato mediamente del 60%, in base alla revisione di valori catastali (l’altra grossa novità avviata dal Governo Monti).

Sugli altri immobili (residenziali e non), i Comuni possono giostrarsi tra un’aliquota minima dello 0,46% ad una massima dell’1,06%. In tutti i casi il calcolo dell’imposta prevede l’applicazione una detrazione fissa di 200 euro su tutte le residenze, più una variabile di 50 euro per ogni figlio di età inferiore ai 26 anni convivente con il proprietario (fino a un massimo di 400 euro).

A carico delle famiglie italiane restano poi i rincari in bolletta (gas ed elettricità).

Anche questi scatteranno da gennaio con un aumento del 4,9% nel caso dell’elettricità e del 2,7% per il gas.

L’Autorità per l’energia ha calcolato una maggiore spesa per la famiglia media italiana di 22 euro in più su base annua per la luce e di 32 per il gas.

Con le misure salva-Italia, le casse comunali tornano in possesso dell’ex Ici anche se potranno tenersi per intero solo gli incassi della prima casa, mentre dovranno spartire con lo Stato gli introiti derivanti dagli altri immobili, stornando all’Erario lo 0,38% dell’imponibile teorico di seconde case, negozi, uffici eccetera).

Togliere l’Ici sulla prima casa è stata, da parte del Governo Berlusconi, una mossa tanto popolare quanto azzardata, perché ha levato ossigeno alle casse dei Comuni e perché la stragrande maggioranza dei Paesi europei ha tasse sulla prima abitazione e l’Italia rappresentava, anche in questo, un’anomalia.
Secondo i calcoli della Cgia di Mestre, il ritorno dell’Ici, sotto forma di Imu, comporterà un rincaro delle imposte di 1.159 euro a famiglia mentre per gli immobili produttivi porterà ad un aumento medio di 1.159 l’anno, così suddiviso: 219,5 milioni di in capo ai negozianti (aumento pro azienda pari a 569 euro); 262 milioni di euro tra i liberi professionisti (+949 per ciascun proprietario); 1,09 miliardi di euro tra gli industriali e gli artigiani (incremento annuo per ciascun imprenditore pari a 1.566).

L’altra grossa novità in arrivo, come già detto, è la riforma del Catasto: se ne parlava da anni senza mai arrivare al dunque (l’ultimo tentativo è quello del Governo Prodi del 2006): ora sembra arrivato il tempo di rivedere le rendite catastali attribuite agli immobili, in molti casi con valori di mercato ad una distanza siderale rispetto a quelli di accatastamento e quindi di contribuzione.

L’obiettivo è quindi quello di aggiornare i dati dell’immenso “archivio” edilizio italiano, adeguandoli alla realtà e ai valori di mercato, ora 3,73 volte più alti.

Il provvedimento potrebbe adesso arrivare in tempi brevi.

I contenuti sono già tracciati in un documento elaborato dal ministero dell’Economia e finanza, che fissa 5 criteri.

Il nuovo Catasto – si legge nel documento del Mef – dovrà contemplare “assieme alla rendita, ovvero al reddito medio ordinariamente ritraibile al netto delle spese di manutenzione e gestione del bene, il valore patrimoniale del bene, al fine di assicurare una base imponibile adeguata da utilizzare per le diverse tipologie di tassazione”.

Ci sarà quindi una “rideterminazione della classificazione dei beni immobiliari” che suberi e corregga l’attuale divisione delle abitazioni in 11 classi: dalla Casa signorile ai castelli (A9), passando per abitazioni di tipo economico (A3), popolare (A4) e ultrapopolare (A5) che spesso, con i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni, non rispettano più la realtà.

La riforma introdurrà poi un sistema di funzioni statistiche che correleranno il valore del bene o il reddito alla localizzazione e alle caratteristiche edilizie.

Per gli immobili speciali prevista una riqualificazione dei metodi di stima diretta.

Infine, è previsto il superamento – per le abitazioni e gli uffici – del ‘vano’ come unità di misura della consistenza ai fini fiscali: sarà sostituito con il criterio di superficie espresso in metri quadrati.

di Cristina Giua

IMU BOLLETTE E CATASTO

Fonte: Monitorimmobiliare.it

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