MAROCCO:I GIOVANI NON APPROVANO LA NUOVA COSTITUZIONE

Mohammed VIIl RE del Marocco presenta la nuova costituzione, ma ai giovani marocchini ancora non basta. RABAT – Una nuova architettura costituzionale che modifica in senso realmente democratico quella esistente, con un ampliamento di poteri e competenze del primo ministro e del parlamento e la ridefinizione della figura del monarca, anche nel suo profilo religioso. E’ questa la via che ha imboccato Mohammed VI, re del Marocco, che ieri sera ha sottolineato la solennita’ del momento rivolgendosi direttamente alla nazione. Tuttavia le sue parole sono state giudicate insufficienti dai giovani marocchini che, già domani, scenderanno in piazza di molte città del regno, sotto le bandiere del movimento 20 Febbraio, per urlare la loro rabbia contro quelli che ritengono solo aggiustamenti, ininfluenti interventi di facciata.

In un panorama interno potenzialmente deflagrante, la scelta di Mohammed VI e’ stata quella di avviare il percorso di una modifica della Costituzione, che gli consenta di riallacciare un dialogo con la gente, messo in discussione dalle tante proteste di piazza. Il contenuto delle riforme ridimensiona i poteri del re, che perde – e’ il piu’ evidente cambiamento – la guida del governo.

Le riunioni dell’esecutivo, infatti, saranno presiedute dal premier (che diventa presidente del governo), e non piu’, come oggi, dal re, che comunque vi prendera’ parte. Il premier, che – ha spiegato il sovrano nel discorso alla nazione – sara’ scelto dal partito che avra’ vinto le elezioni legislative e guidera’ un governo che sarà quindi “frutto del suffragio universale diretto”. Avra’ anche il potere di sciogliere il parlamento (prima lo poteva fare solo il re) e di fare nomine per le cariche piu’ importanti dello Stato. Sono quindi il re, il suo profilo costituzionale, i suoi poteri e le sue prerogative a essere fortemente ridimensionati da una Costituzione che appare anche frutto della realpolitik. Il re, nella forte simbolizzazione che assumera’ il suo ruolo, restera’ il garante dell’unicita’ dello Stato, diventando egli rappresentante supremo non piu’ della nazione (come viene definito nell’attuale ”Charta”), ma dello Stato, assumendo su di se’ un profilo che indissolubilmente lo lega alle Istituzioni statuali e non piu’ soltanto al popolo. Sara’, nelle sue stesse parola, ”re-cittadino”.

Un’altra delle modifiche riguarda poi la disposizione attuale che considera il carattere “sacro” della persona del re, che sarà sostituita da una che recita che “l’integrità della persona del re non può essere violata”.

La lingua amazigh (il berbero), parlata da gran parte della popolazione, diventa lingua ufficiale insieme all’arabo, accogliendo cosi’ una delle richieste che la società civile avanzava da tempo.

I tempi dell’agenda che la riforma della costituzione avra’ sono strettissimi, perche’ il referendum sulla sua approvazione si terra’ – ha reso noto in serata il sovrano – gia’ il primo di luglio, con il coinvolgimento dei partiti, ai quali, in questa fase, si chiede una partecipazione al processo delle riforme. Re Mohammed ha detto che lui stesso votera’ ‘si”. Che poi non siano completamente condivise oppure, nella peggiore delle ipotesi, ritenute insufficienti o solo un’operazione di ”maquillage”, poco o nulla cambia. La nuova Costituzione arrivera’ e quanto prima essa sara’ vigente, tanto piu’ sara’ il tempo per Mohammed VI di disinnescare una ”primavera araba” anche in Marocco. Ma la strada si mostra, gia’ oggi, non in discesa, perche’ in molti sono pronti a dare battaglia.

Fonte: ANSAmed

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