Riforma del Catasto in cantiere

Per ricondurre i valori catastali ai valori di mercato il Governo potrebbe fare ricorso a una procedura matematica. Tra le novità di maggiore impatto, il passaggio dall’attuale sistema per categorie e classi ad uno che tenga conto della localizzazione e delle caratteristiche edilizie e la sostituzione del criterio del numero di vani con quello dei metri quadrati. Un algoritmo per ricondurre gli attuali valori fiscali degli immobili a quelli di mercato, con una redistribuzione dei carichi tributari. Su questa procedura matematica il Governo starebbe lavorando nell’ambito della riforma del catasto: la delega per la revisione degli estimi potrebbe essere inserita nel pacchetto sulle semplificazioni fiscali all’esame del Consiglio dei Ministri.

Iniquità nella determinazione della base imponibile

L’obiettivo dell’Esecutivo è ridurre le iniquità oggi esistenti nella determinazione della base imponibile. La realtà immobiliare fotografata dal catasto è infatti molto distante da quella reale. Il prezzo medio delle case risulta infatti essere 3,73 volte superiore rispetto alla base imponibile. Non c’è corrispondenza tra i valori correnti di mercato degli immobili e i valori catastali e questa discrasia si riflette sui costi degli affitti: i canoni di locazione ormai raggiungono livelli pari in media a 6,46 volte quelli delle rendite catastali. Senza contare il fatto che spesso nei comuni unità immobiliari situate in zone centrali vengono classificate come popolari, e con rendite più basse rispetto a quelle di “civili abitazioni” costruite in zone periferiche.

Vetustà del catasto

Secondo il Governo, la classificazione delle unità immobiliari non è più adeguata ai tempi: è dalla fine degli anni 80 che non sono state più aggiornate le classi catastali, gli unici aggiornamenti intervenuti in questi anni sono riconducibili a comunicazioni effettuate dai soggetti interessati in occasioni di ristrutturazioni e variazioni edilizie.

Valore patrimoniale affiancato alla rendita

La riforma che ha in mente l’Esecutivo Monti prevede di affiancare il valore patrimoniale alla rendita. Si prevede la costituzione di un sistema catastale che contempli assieme alla rendita (ovvero il reddito medio ordinariamente ritraibile al netto delle spese di manutenzione e gestione del bene), il valore patrimoniale del bene, al fine di assicurare una base imponibile adeguata da utilizzare per le diverse tipologie di tassazione. La rendita dovrà tenere in considerazione non solo il valore patrimoniale dell’immobile ma anche le spese sostenute dal contribuente per la manutenzione e la gestione del bene.

Nuovo meccanismo di classificazione

La riforma punta su un nuovo meccanismo di classificazione dei beni immobiliari che superi il sistema vigente per categorie e classi in relazione agli immobili ordinari, attraverso un sistema di funzioni statistiche che correlino il valore del bene o il reddito dello stesso alla localizzazione e alle caratteristiche edilizie.

La superficie sostituisce il vano come unità di misura

Per le abitazioni e gli uffici, l’unità di misura del peso fiscale dell’immobile non sarà più il “vano” ma la “superficie” espressa in metri quadrati. Infine, per gli immobili speciali la riforma punta a riqualificare i metodi di stima diretta.

Confedilizia: le rendite devono essere rappresentative dei redditi e non dei valori

Sulla revisione degli estimi allo studio del Governo la posizione di Confedilizia è critica. “Il catasto deve rappresentare quanto l’immobile rende – sottolinea il presidente Corrado Sforza Fogliani – le particelle catastali sono ciascuna rappresentata da una rendita che indica il reddito ritraibile dell’immobile”. “Legando formalmente le imposte ai valori di vendita degli immobili e non al reddito che se ne può trarre – osserva Sforza Fogliani si cambia la natura del catasto come è previsto nel nostro ordinamento. In Germania dove si è provato a farlo, la Corte costituzionale ha bocciato la legge perché può comportare una tassazione superiore al reddito derivante dell’ immobile e trasformarsi in un esproprio progressivo del bene”.

RIFORMA DEL CATASTO

Estratto da: casaeclima.com

CATASTO DEI FABBRICATI IN ITALIA

 

 

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