Sotto tiro milioni di acquisti da maggio 2011

Una sorta di Second life per la quale non occorre iscrizione, ma dove tutti ormai ci muoviamo anche senza saperlo. Sono le banche dati del fisco dove dal prossimo anno i nostri “avatar” fiscali si arricchiranno di un altro elemento: le spese superiori a 3.600 euro per acquisti di beni e servizi. In pratica, dal maggio del 2011 quando si andrà in un negozio o si chiederà qualche prestazioni di servizi bisognerà sempre dare il codice fiscale se la somma pagata supera la soglia di 3.600 euro. Si tratta di milioni di segnalazioni (come si vede dalla tabella riportata qui accanto) che confluiranno nell’anagrafe tributaria. Continua a leggere…La comunicazione andrà fatta per singola operazione (a meno che più operazioni non siano collegate tra loro) per cui se nel corso dell’anno al supermercato si spendono più di 3.600 euro, il fisco non avrà comunicazioni. Se si supera questa soglia in un unico acquisto sempre al supermercato quest’ultimo dovrà fare lo stesso l’acquisto. L’agenzia delle Entrate con questa manovra ha di mira più direttamente i beni di lusso (antiquariato, mobili, gioielli, beni artistici). Per alcuni beni il fisco riceverà due volte il dato, come nel caso delle barche o delle auto, ma questa volta le comunicazioni arriveranno dai privati e non più dal Pra o dalle capitanerie, per cui sarà possibile anche fare riscontri tra le due tipologie di dati. Peraltro alcuni beni di lusso potrebbero mettere subito in allarme il fisco nel caso di dichiarazioni a pieno titolo rientranti nella soglia di povertà più estrema: chi dichiara meno di quanto spende in una sola volta per gioielli, difficilmente potrà essere credibile per il fisco.

L’elenco dei dati relativi ai clienti sarà così trasmesso alle Entrate all’inizio dell’anno successivo a quello in cui sono state fatte le spese e attraverso il codice fiscale andranno ad “appesantire” il file dell’avatar fiscale di ciascuno. I dati comunicati a seconda della loro “consistenza” potranno essere usati per il cosiddetto spesometro e per il redditometro.

La sistemazione del redditometro distinto nettamente nel funzionamento dallo spesometro è stata fatta quest’anno dal Dl 78. Secondo Luigi Magistro, direttore centrale accertamento dell’agenzia delle Entrate: «La finalità dell’obbligo di comunicazione era duplice: da un lato si volevano colpire le frodi Iva, con la comunicazione dei dati dei rapporti tra soggetti Iva; dall’altro acquisire ulteriori elementi per il redditometro». Sotto la lente, quindi, agenzie di viaggio, palestre, circoli esclusivi e ogni altra spesa che permetta di riscostruire redditi attribuibili ai contribuenti. «In alcuni casi – afferma Magistro – i circoli sportivi sono costituiti in forma di associazioni. In questo caso non trattandosi di soggetti Iva non dovranno fare la comunicazione, ma quando facciamo controlli su questi soggetti per verificare se sono realmente enti non commerciali, acquisiamo lo stesso i dati ai fini del redditometro».

La comunicazione all’agenzia delle Entrate va fatta una sola volta all’anno da parte dei soggetti Iva, entro il 30 aprile dell’anno successivo. Quindi, siccome gli acquisti eccedenti i 3.600 euro da parte dei consumatori finali partiranno dal maggio del 2011, questa nuova massa di dati arriverà al fisco all’inizio del 2012. La motivazione dell’unico invio, spiega Magistro, è che: «La norma prescrive che si richiedano i dati ai contribuenti senza aggravare eccessivamente gli adempimenti già prescritti, per questo abbiamo scelto la strada della comunicazione annuale. L’invio l’anno successivo è comunque tempestivo per quanto riguarda gli accertamenti e quindi era inutile chiedere un adempimento con cadenza infrannuale». Anche se sul punto i rappresentanti fiscali delle associazioni di artigiani e commercianti hanno segnalato la preoccupazione per il nuovo adempimento per le imprese e chiesto di verificare l’effettivo beneficio per la lotta all’evasione.

In realtà la comunicazione entro aprile farà pervenire all’agenzia delle Entrate i dati prima della dichiarazione dei redditi e perciò, in caso di campagne di “sensibilizzazione” alla vigilia della tornata delle denunce dei redditi, i dati saranno già disponibili per il fisco. Su quest’argomento dopo qualche anticipazione (si veda Il Sole 24 Ore del 25 settembre scorso) l’agenzia ha messo la sordina, rimandando ogni discorso a dopo l’elaborazione definitiva del redditometro. I tempi però lasciano immaginare che la possibilità potrà in ogni caso essere sfruttata.

Fonte Il Sole 24 ORE 24 dicembre 2010

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